Un precedente vibrante, difficile e risolto nel recupero da un grande attaccante. Torniamo con la memoria alla stagione 2004/05, un Milan bellissimo che a San Siro ospita una Lazio che, insolitamente, alberga in zone poco nobili della graduatoria. Un match che la carta definirebbe come semplice ma che, per tradizione e qualità dell'avversaria, si rivela molto più insidioso e complesso del previsto.
LO SCENARIO
6 febbraio 2005, 23° giornata di campionato: a San Siro si gioca Milan-Lazio. I rossoneri di Carlo Ancelotti sono campioni in carica e, nella stagione in corso, occupano la seconda posizione in classifica alle spalle della Juventus. Cinque i punti di distacco alla vigilia del turno di Serie A, 50 per i bianconeri e 45 per noi. La Juventus incappa però in una sconfitta a Palermo, per via del gol di Brienza. Nelle mani del Milan, dunque, la possibilità di portarsi a -2. La Lazio di Papadopulo naviga in cattive acque, 15° posizione in classifica con 24 punti, ma è comunque una formazione con qualità diffusa in tutti i ruoli. Da non sottovalutare assolutamente.
INIZIO BLOCCATO, POI LO SVANTAGGIO
La formazione di partenza di Ancelotti è quella classica: 4-3-1-2 con una sola grossa novità, Tomasson titolare al posto di Sheva. Il 73° confronto in campionato tra le due squadre si dimostra ostico, perché i biancocelesti chiudono gli spazi e non concedono sbocchi in area al nostro attacco in un primo tempo che si segnala con due occasioni mancate da Seedorf e Tomasson. Il secondo tempo, invece, si apre nel peggiore dei modi: al 55' Liverani pesca Rocchi in area, l'intervento di Stam è scomposto e provoca un inevitabile rigore. Sul dischetto Massimo Oddo, passato e futuro rossonero, che non sbaglia nonostante Dida intuisca la direzione e tocchi anche il pallone. 0-1 a San Siro, tutto in salita.
LA RIMONTA
Ancelotti corre ai ripari e utilizza in cinque minuti i tre cambi a disposizione inserendo Shevchenko, Serginho e Cafu passando all'inedito 3-4-1-2. Le mosse del Mister cambiano il volto del match, che riusciamo a riequilibrare al 72' con una magistrale punizione di Shevchenko su cui Peruzzi non può nulla. San Siro ruggisce, ci sono 18 minuti più recupero per vincerla. Dopo il pari ci provano sia Cafu che Stam, ma il pareggio regge fino al recupero quando, su una palla vagante, Kaká anticipa Dabo e dal limite lascia partire il destro. La conclusione colpisce il palo interno, sulla ribattuta il più lesto è Hernan Crespo che, forse sorpreso, colpisce sporco con i tacchetti ma quanto basta per indirizzare in porta. Ancora palo interno, ma questa volta la palla entra. Al minuto 94 la rimonta è completa e gli oltre 56mila tifosi rossoneri tutti in piedi.
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