Vetta indiscussa nel campionato nazionale, fanalino di coda in Europa. Lo Športový Klub Slovan Bratislava è tornato con merito nella massima competizione europea in questa stagione dopo tanti anni di assenza e dopo tanti stop nei turni preliminari. L'ultima partecipazione alla Champions League risale infatti all'annata 1992/93, quando gli slovacchi furono eliminati proprio dai rossoneri con un 5-0 complessivo nel punteggio. L'impatto non è stato semplice per gli uomini di Weiss, che per raggiungere questo traguardo hanno superato - nell'ordine - Struga, NK Celje, APOEL Nicosia e Midtjylland.
Nelle prime quattro giornate sono arrivate altrettante sconfitte, dal 5-1 in casa del Celtic che ha aperto la campagna europea all'1-4 in favore della Dinamo Zagabria nell'uscita più recente, a cui aggiungere lo 0-4 contro il Manchester City e il 2-0 subito sul campo del Girona. Le principali convinzioni sono dunque maturate dai successi "locali", lo Slovan comanda la Superliga con 35 punti in 14 turni - frutto di 11 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. Il primato in patria è ormai cosa comune, considerando soprattutto che la squadra della capitale si è aggiudicata gli ultimi 6 trofei. La Champions League è dunque una vetrina importante per mostrare la propria crescita.
PIÙ ATTACCO CHE DIFESA, FISICITÀ AL COMANDO
Atteggiamento offensivo e propositivo in campionato, più attento e prudente in Europa. Il valore nella casella dei gol subiti è comunque elevato in entrambe le competizioni, in Superliga sono 17 i gol incassati in 14 gare, in Champions League ben 15 in 4 quelli al passivo. Lo Slovan Bratislava è una squadra fisica, esperta - 29 anni la media contro quella di 26.7 dei rossoneri - e intensa. Una formazione corta e ordinata, che affida il compito di inventare soluzioni in fase offensiva a qualche individualità di rilievo. Il tecnico Weiss, fino a questo momento, ha quasi sempre schierato i suoi ragazzi con il 4-2-3-1, alternandolo in occasioni più rare al 3-4-2-1 - osservato contro il Girona.
In vantaggio solo contro la Dinamo Zagabria, lo Slovan ha incassato almeno una rete in tutti i primi tempi europei, venendo colpito a freddo da Celtic, City e Dinamo. L'ultimo match contro i croati è quello che ha lasciato i maggiori rimpianti, perché dopo il vantaggio di Strelec al 5' gli slovacchi hanno sprecato diverse occasioni e sono stati puniti dalla squadra di Zagabria, capitolando per 1-4 nonostante il conteggio di xG a favore (1.7 contro 1.5). Il calcio regala sorprese, e se è vero che la qualità dei singoli non eccelle, ecco allora che per andare oltre i propri limiti e sognare il colpo grosso gli slovacchi faranno affidamento alla compattezza del gruppo e alla spinta dello Štadión Tehelné pole.
KASHIA IL LEADER ARRETRATO, STRELEC-BARSEGHYAN I PERICOLI OFFENSIVI
Esperienza ed efficacia, la retroguardia slovacca è comandata da Guram Kashia, difensore georgiano classe 1987. Il 37enne è primo per numero di salvataggi in Champions League, le 26 occasioni sventate lo piazzano in vetta a questa speciale classifica. Dietro di lui è Dominik Takáč il riferimento tra i pali, il portiere slovacco ha neutralizzato un calcio di rigore a Cristhian Stuani ed è stato autore di 21 parate - meglio di lui solo Mike Maignan con 26 ed Emiliano Martínez a quota 22.
In Champions League sono Dávid Strelec e Kevin Wimmer gli unici a essere andati a bersaglio, mentre in campionato l'esterno Tigran Barseghyan comanda la classifica marcatori con 11 reti, seguito proprio da Strelec - bomber casalingo - a 8 centri. Lo slovacco e l'armeno sono gli unici irrinunciabili in avanti per il tecnico Weiss. Marko Tolić è invece l'uomo assist per eccellenza. Menzione speciale per l'ex Juraj Kucka, fin qui impiegato da titolare all'esordio e poi fermato da un infortunio.
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