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01 ottobre 2023

MILAN-LAZIO: IL DEBRIEFING

Analizziamo dove e come si è decisa la 7ª giornata di campionato a San Siro

Un'altra vittoria, la terza consecutiva in Serie A in una settimana esatta: Verona-Cagliari-Lazio. Quella per 2-0 contro i biancocelesti è quella che, sul piano del gioco e della prestazione, ha convinto di più, anche per lo spessore dell'avversaria. Andiamo dunque ad analizzare i fattori che hanno deciso la sfida di San Siro.


GAMBE E GIOCO
Il Milan ha vinto la partita nella ripresa, elevando il ritmo e soprattutto alzando il livello di riaggressione, per recuperare la palla più vicino all'area avversaria. Supportati da gambe e polmoni, gli 11 rossoneri hanno costretto la Lazio a 45 minuti di apnea, senza mai sbocchi per ripartire e placare la nostra aggressività. Un'insistenza che ha portato prima al gol di Pulisic al 60' e poi al raddoppio di Okafor, che sarebbe potuto arrivare anche prima viste le occasioni capitate a Musah, Tomori, Reijnders e lo stesso Pulisic in un'azione fotocopia del primo gol. Il Milan ha mantenuto ritmo, concentrazione e fluidità di manovra fino alla fine, abbassando il baricentro solo per pochi minuti prima di segnare il raddoppio. La Lazio, nonostante i cambi, non è mai riuscita a pareggiare l'intensità della formazione di Pioli, che invece ha trovato energie vitali dai subentranti, nello specifico Pobega, Florenzi e Okafor. 


TENUTA DIFENSIVA
Tracciamo una linea di demarcazione, un prima e un dopo: nelle prime quattro uscite stagionali, Derby compreso, i rossoneri hanno tenuto la porta inviolata in una sola occasione, alla prima di campionato contro il Bologna. Poi un gol per partita contro Torino e Roma, prima dei cinque subiti dai nerazzurri. La pesante sconfitta nella stracittadina ha inevitabilmente fatto alzare il livello di attenzione della squadra, che dalla partita successiva ha migliorato - e non solo sul piano statistico - il proprio rendimento difensivo. Un solo tiro concesso a Newcastle e Verona, in entrambe le situazioni bravissimo Sportiello, poi la rete di Luvumbo a Cagliari e le briciole lasciate alla Lazio a San Siro. Risultato? Tre clean sheet in quattro partite, un solo gol incassato e una solidità evidente. Contro i biancocelesti, con due cambi di formazione rispetto alla retroguardia titolare a Cagliari e al cospetto di una diretta concorrente, il Milan ha alzato il muro e non ha veramente mai sofferto le iniziative ospiti. La crescita, nel gioco e nei risultati, passa anche da qui. 


IL FATTORE LEÃO
L'impianto di gioco funziona, i ricambi si stanno inserendo sempre di più, ma quando il gioco si fa duro il Milan ha una certezza, una stella polare: Rafael Leão. Probabilmente quella contro i biancocelesti non è stata la sua prestazione più prorompente, ma due guizzi dei suoi hanno di fatto spaccato in due la serata. Due discese, due assist. Il 10, da campione, ha calibrato i momenti e si è acceso nei frangenti decisivi. E il suo mese di settembre avvalora questo discorso: meno fuochi d'artificio, ma determinante quando serviva. L'acrobazia di Roma, il gol contro il Verona, i due assist con la Lazio: il mercato ha riequilibrato la distribuzione offensiva del gioco e Rafa si è adattato toccando meno palloni ma con più incisività. Questo fanno i campioni, specialmente in serate così. 


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