Poco più che 11enne, ho potuto fare il mio debutto nella casa del Diavolo. Milan-Lecce 5-2, 6 gennaio 2005. Da fuori, ammiravo la maestosità dello stadio, poi salite le scale, si apre un mondo. Quel prato verde visto alla televisione è proprio lì davanti a me. Non è un sogno ma sono desta. Casualità vuole che il mio giocatore preferito, Andriy Shevchenko, il Re dell'Est a inizio partita passeggiasse per il campo con il suo ultimo trofeo personale, un Pallone tutto d'Oro. Cosa volere di più?Forse, un giorno stringergli la mano e dirgli grazie. Ricordo la standing ovation, 20 minuti di applausi e le mani mi facevano male, ma era il cuore che dava il ritmo. Guardo mio papà e ha anche lui gli occhi lucidi. Un privilegio esserci stati, quel giorno.
di Giulia Scandella
Una giornata indimenticabile, Giulia. Un pomeriggio da milanisti, ad applaudire una squadra meravigliosa e specialmente un calciatore che abbiamo visto crescere e affermarsi, partita dopo partita. Un Pallone d'Oro rossonero è per sempre.