storia
30 novembre 2022

ROSSONERI MONDIALI: ŽELJKO KALAC

Poche ore ad Australia-Danimarca: torniamo al 2006, una partita storica per la nazionale australiana

22 giugno 2006, Mercedes Benz Arena di Stoccarda: l'Australia ha di fronte a sè un bivio per la storia. Serve una doverosa premessa: la stessa Australia non si qualificava al Mondiale da 32 anni e la volta precedente, nel 1974, fu una prima assoluta per i "Socceroos". Un appuntamento con la storia, dicevamo, perché un pareggio - o una vittoria - contro la Croazia avrebbe aperto agli australiani le porte degli Ottavi di finale del Mondiale. Il Brasile di Ronaldinho e Kaká ha già il biglietto in tasca per la fase successiva, mentre il secondo posto nel girone si decide appunto tra Australia e Croazia.

L'arguto Guus Hiddink, CT degli oceanici, sceglie a sorpresa Željko Kalac al posto di Mark Schwarzer, titolare nelle precedenti due partite. Per il classe 1972, al Milan da una stagione, è una sfida particolare, dovuta proprio alle sue origini croate. E non è un caso che la carriera di Željko sia partita proprio nel Sidney Croatia, Club antesignano dell'attuale Sidney United.

Serve obbligatoriamente un successo alla Croazia, allenata al tempo dal compianto Zlatko Kranjčar, e il gol del vantaggio arriva subito grazie alla specialità della casa di Darijo Srna: punizione telecomandata su cui nulla può Kalac. Nulla scalfisce l'Australia, però, che al 39' rimette in equilibrio la gara con un calcio di rigore causato da un'ingenuità di Stjepan Tomas e trasformato con freddezza da Moore.

I croati tornano avanti al 57' con un sinistro di Niko Kovač che Kalac non riesce a trattenere, ma i Socceroos trovano il gol qualificazione al 79' con Harry Kewell, che batte Pletikosa da pochi passi e manda in orbita l'Australia.

Alla seconda partecipazione e per la prima volta nella sua storia - e finora unica -, l'Australia ottiene la qualificazione agli Ottavi di finale superando un girone per nulla semplice con Brasile, Croazia e Giappone.

A Kaiserslautern la selezione oceanica incrocierà poi il cammino dell'Italia di Marcello Lippi: e la nostra memoria non può che correre subito a Fabio Grosso, al fallo di Neill, al rigore di Totti al 93' e a quella vittoria azzurra in inferiorità numerica. Il resto, come si dice, fu storia...


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