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02 marzo 2024

LAZIO-MILAN: IL DEBRIEFING

Tre spunti di analisi sul successo esterno dei rossoneri all'Olimpico

Inutile negarlo, è una vittoria che vale molto. Difficile, sofferta ma alla fine meritatamente conquistata. I rossoneri tornano da Roma con un +3 in classifica, arginando subito una corrente di tre partite senza vittorie. Analizziamo insieme i tre fattori che hanno deciso a nostro favore lo 0-1 contro la Lazio


OKAFOR E I GOL DALLA PANCHINA
Entra e segna, Noah Okafor. Entra e segna, Luka Jović. CTRL+C, CTRL+V. In questa stagione possiamo godere dell'abbondanza di attaccanti in grado di subentrare ed essere decisivi: per lo svizzero il conto dei gol stagionali sale a 5, di cui 4 da sostituto (Lazio, Monza, Udinese e di nuovo Lazio). Complessivamente, tra campionato, Europa e Coppa Italia, sono 15 i gol che abbiamo segnato grazie alle risorse entrate a partita in corso. Un capitale non indifferente se si pensa che l'anno scorso in totale furono 10, e già questo dato marca una differenza. Contro la Lazio Noah è entrato con la faccia giusta, come spesso gli accade, e ha cambiato il match. Così si fa


CLEAN SHEET
Porta sbarrata. In trasferta non accadeva da Empoli-Milan 0-3 del 7 gennaio 2024. Dal Castellani in poi, 11 reti subite tra Udine, Frosinone, Monza e Rennes, troppe per i nostri standard. E allora all'Olimpico, a parte i brividi causati da Vecino e Immobile, la squadra è riuscita a chiudere la partita con la difesa imbattuta. Un tassello che, unito alla vittoria, fa piacere e dà sollievo nel cammino verso il finale di stagione. L'altro tassello, sempre in ambito difensivo, è il rientro in campo di Fik Tomori dopo due mesi. I giocatori sono tornati, l'emergenza sta rientrando e il primo passo è stato fatto: rialziamo il muro. 


NERVI SALDI
Gli ingressi di Reijnders, Calabria e Okafor hanno spostato un po' gli equilibri della partita quando la Lazio è rimasta in dieci, ma il merito principale della squadra è stato quello di mantenere la lucidità quando è salito il nervosismo in campo. Il rosso a Pellegrini ha inevitabilmente scaldato gli animi dei biancocelesti, che hanno se possibile aumentato l'intensità, mentre il Milan è stato bravo a non farsi distrarre, a non cadere nel tranello, a proseguire nel suo game-plan cercando e trovando quel gol che è valso una vittoria di capitale importanza. Missione compiuta, terzo posto consolidato (con uno specchietto sul secondo) e ora testa allo Slavia Praga. 

 

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