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03 marzo 2023

FIORENTINA-MILAN: LE CHIAVI DELLA GARA

Analizziamo i principali fattori in grado di aprire il sabato sera del Franchi

Firenze ha fatto male nell'annata passata, costringendo il Milan al primo ko in Serie A. E la Fiorentina - a San Siro - non è stato cliente comodo né al ritorno di quel torneo (1-0 nel finale firmato da Leão, una dei mattoni più pesanti verso lo Scudetto) né all'andata di questo campionato (2-1 nel recupero prima della sosta Mondiale). Approfondiamo la nostra 25ª giornata andando ad analizzare le chiavi della gara:


LA BATTAGLIA A CENTROCAMPO
Partiamo dal notare una differenza piccola ma importante: per la prima volta da quando (un mese fa) ha cambiato abito il Milan affronterà una formazione senza la difesa a tre. Un aspetto che nella preparazione e poi soprattutto nell'attuazione comporterà qualche modifica nel piano tattico di Pioli. In fase di possesso la Fiorentina avrà più possibilità per cominciare il palleggio dal basso, una delle principali volontà di Italiano. Sarà un compito ma non sarà facile fermare o limitare il principio della costruzione avversaria, che si appoggia ad Amrabat. Ecco, la zona centrale è territorio da tenere sotto attenta osservazione perché proprio in mediana potrebbe giocarsi una parte fondamentale di battaglia: Tonali e Bennacer - recuperato appena in tempo - o Pobega o Vranckx dovranno lavorare molto in termini di corsa come di gestione, con grande efficacia atletica e tecnica. In svantaggio di uomo rispetto al regista (Amrabat) e alle mezz'ali (a scelta tra Barák, Bonaventura e Mandragora), avranno bisogno anche di supporto: a De Ketelaere, in tal senso, il ruolo nevralgico di coprire gli spazi fino a marcare il cuore della manovra viola, di conseguenza quello di ribaltare l'azione e determinare le offensive della propria squadra.


POTERE ALLE FASCE
Allargando l'orizzonte arriviamo alle fasce. Milan e Fiorentina hanno giocatori davvero imprevedibili in corsia, armi potenti al servizio in particolare dell'attacco. Purtroppo peserà e tanto l'assenza di Leão (squalificato): al suo posto si scalda l'ex Rebić, finora privo di grandi bagliori nella stagione ma pronto a rimettersi in mostra. E se diventasse il croato, in una posizione simile ma con caratteristiche nettamente diverse da Rafa, il fattore a sorpresa? In ogni caso i rossoneri conteranno su Hernández, tornato a spingere a pieno regime, e Messias, in un brillante momento di forma come dimostrano i gol in sequenza al Monza e all'Atalanta. La viola però non sta a guardare e risponde schierando calciatori altrettanto pericolosi ai lati: dal terzino Biraghi, marcatore di una rete pazzesca nella recente e positiva trasferta di Verona, all'ala Ikoné, praticamente irrinunciabile per qualità, velocità e pure assist; senza dimenticare González, largo almeno nel modulo anche se spesso più vicino alla punta. Scatteranno, scarteranno, produrranno passaggi, cross, tiri e in generale la superiorità numerica necessaria per colpire (magari in prima persona).


ALL'ATTACCO DEL GOL
Degli spunti su come andrà ce li possono dare anche i numeri e il calendario. La Fiorentina segna poco, in Italia a parte l'exploit del Bentegodi fa fatica ad andare oltre la media di un gol per match (27 in 24 giornate). In casa va leggermente meglio che in trasferta, nel complesso è la percentuale realizzativa a lasciar desiderare parecchio e a spiegare le sole quattro vittorie su dodici tentativi al Franchi (sette in totale da inizio campionato). Il Milan è a quota 41 reti in Serie A, un dato in ripresa. Da un mese non solo ha ritrovato spolvero sottoporta ma invidiabile concretezza: dal Torino all'Atalanta, più il Tottenham, cinque gol che sono valsi dodici punti. Buone notizie per Giroud e compagni di reparto i quali stanno recuperando forza, meno per Cabral e soci che spesso rimangono spenti. Questo weekend anticiperà una nuovo programma di coppe europee. Finora i rossoneri hanno sempre vinto prima di affacciarsi alla Champions League, a parte il ko di Torino prima del ritorno col Salisburgo nel girone. Viceversa l'andamento viola, raramente a bottino pieno verso gli impegni in Conference League. Se tradotto e riportato al campo, il Diavolo deve crederci ancora di più e approcciare la sfida senza risparmiarsi.


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