Fernando Torres è stato, allo stesso tempo, uno degli attaccanti più vincenti della sua generazione - è uno dei sei giocatori nella storia ad avere vinto Champions League, Europa League, Europeo e Mondiale - ma anche uno splendido talento non sempre espresso al 100%. La sua è una carriera contraddistinta dai gol: tanti, ma non sempre quanti le premesse lasciavano presagire a inizio carriera, dopo una notevole progressione nelle giovanili dell'Atlético Madrid.
Dei Colchoneros divenne il più giovane esordiente di sempre, nel 2001, e anche il capitano più precoce della storia a 19 anni nel 2003. Nello stesso anno El Niño esordì con la Nazionale spagnola - in amichevole contro il Portogallo - e qualche mese dopo, ad aprile 2004, arrivò contro l'Italia il suo primo gol. Quel Bel Paese poi assaggiato per qualche mese, da giocatore ben più maturo d'età, con la maglia del Milan nella stagione 2014/15.
Per quella che è stata una carriera "irregolare" coi club - brillante con l'Atlético e, soprattutto inizialmente, con il Liverpool; per lo più incolore con il Chelsea e in rossonero - le cose migliori nella sua ventennale carriera da professionista Torres le ha probabilmente fatte vedere con le Furie Rosse. Dopo le prime esperienze a Euro 2004 e al Mondiale 2006, infatti, Fernando fu parte di quel ciclo irripetibile di trionfi della Spagna, campione d'Europa nel 2008 e nel 2012 oltre che del Mondo nel 2010.
A Euro 2008 fu decisivo, con il gol risolutore della Finale di Vienna contro la Germania, mentre a Sudafrica 2010 El Niño seppe incidere da protagonista pur non andando mai a segno, alimentando una sorta di "tradizione" di numeri 9 campioni del Mondo con squadre europee, nel nuovo millennio, trovando raramente (Toni nel 2006, Schürrle nel 2014) o mai (oltre a Torres, Olivier Giroud nel 2018) la via della rete nel mese di gloria iridata.
Spartiacque dell'esperienza sudafricana della squadra di Del Bosque fu indubbiamente l'Ottavo di finale contro il Portogallo, dopo che nel girone le sofferte vittorie su Honduras e Cile avevano "annullato" gli effetti del sorprendente ko iniziale con la Svizzera. A Città del Capo, contro i lusitani reduci dalla Semifinale nel 2006 in Germania, fu una dura battaglia sportiva, decisa dal gol al 63' di David Villa.
Una sfida in cui Torres fornì una prova più di sacrificio e contributo per i compagni, per un collettivo che in quel mese di gloria fu capace di contraddistinguersi soprattutto per una notevole solidità. Tutte le partite della fase a eliminazione diretta, infatti, terminarono con lo stesso risultato: 1-0 Spagna. E Fernando fece vedere le cose migliori proprio nell'atto finale contro l'Olanda: fu proprio Torres a ispirare, insieme a Fabregas, il gol decisivo al 116' di Andres Iniesta. Dimostrandosi capace di incidere anche senza fare gol: dote rara per un attaccante.
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