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29 novembre 2022

ROSSONERI MONDIALI: KLAAS-JAN HUNTELAAR

Tocca all'Olanda, nel 2010 il primo gol mondiale dell'ex rossonero

"Waka Waka", il titolo dell'inno ufficiale del Mondiale 2010 in Sudafrica è in lingua camerunese e, tradotto, vuol dire "Cammina Cammina". Un singolo che ha esaltato un collettivo, quello dell'Olanda in particolare. Gli Orange parteciparono alla nona edizione della massima competizione calcistica con grandi ambizioni, forti di un cammino impeccabile nelle qualificazioni - otto vittorie su otto - e soprattutto di un gruppo pieno di qualità ed esperienza: dal capitan van Bronckhorst a van Persie, da van Bommel a de Jong, da Robben a Sneijder.

Il girone presentava delle difficoltà, con avversari scomodi, ma la squadra di van Marwijk si comportò molto bene: 2-0 alla Danimarca e 1-0 al Giappone per ipotecare gli Ottavi, poi - tornando a "Waka Waka" - mancava il Camerun da affrontare il 24 giugno. La vetta e il primato erano già al sicuro, ma il bottino pieno senza abbassare la guardia rimaneva un obiettivo. Raggiunto grazie al gol decisivo di Klaas-Jan Huntelaar. Dopo il tiro di Robben e il palo pieno, il pallone amico arrivò a Huntelaar che a porta vuota sancì il 2-1.

L'olandese di Drempt ottenne la convocazione per il debutto personale al Mondiale dopo l'unica stagione in carriera giocata con il Milan. In rossonero, 30 presenze e sette reti complessive; in generale una seconda parte di annata in crescendo, la quale gli ridò fiducia in tempo proprio per il Mondiale. I milanisti ricorderanno la doppietta di Catania, ma timbrò il cartellino in altre circostanze preziose.

Per l'Olanda rappresentava una pedina importante, anche se pagò l'abbondanza offensiva: meno di cinquanta i minuti totali concessi dal CT, sempre a gara in corso. Partecipò in ugual modo a far scoccare la scintilla, a rendere magico un percorso a ostacoli che esaltò gli Orange nella fase a eliminazione diretta, quando batterono in sequenza Slovacchia (2-1), Brasile (2-1) e Uruguay (3-2). Ecco la Finale. L'esito fu negativo, festeggiò la Spagna pigliatutto di quel ciclo formidabile, ma per la terza volta l'Olanda si laureò vicecampione dopo il 1974 e il 1978: il più grande traguardo mai raggiunto a livello mondiale.

L'estate gli lasciò in eredità la maglia dello Schalke 04. Dall'Olanda (Ajax) all'Italia fino alla Germania, passando per la Spagna (Real Madrid). A Gelsenkirchen, dal 2010 al 2017 più il 2021, ha vissuto la parentesi più prolifica in termini di apparizioni (184) e marcature (84). Una dimostrazione di garanzia per un attaccante di fama internazionale, un rendimento che gli ha permesso di essere protagonista anche al Mondiale 2014 in Brasile.

Un percorso simile: qualificazione quasi perfetta, girone a punteggio pieno. Stavolta il sogno si fermò in Semifinale, rigori fatali contro l'Argentina, però con la consolazione di superare nettamente i padroni di casa verdeoro (3-0) nella finalina per la medaglia di bronzo. Attorno al collo degli olandesi pure per merito di Huntelaar, eroe negli Ottavi a Fortaleza: assist all'88' per il pareggio e gol dal dischetto al 94' da cacciatore come veniva soprannominato. Messico eliminato.


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