Inserirsi al meglio in un gruppo rodato e vincente non è affare per molti. Farlo a livello di nazionali, poi, è ancora più difficile. Gli anni '80 sono stati i primi, di grande successo, nella storia della nazionale francese, semifinalista al Mondiale 1982 e successivamente Campione d'Europa e medaglia d'oro olimpica nel 1984.
Tale continuità di risultati aveva un solo precedente, a cavallo tra gli anni '50 (terzo posto al Mondiale 1958) e '60 (quarto posto all'Europeo 1960), e il periodo della squadra allenata da Michel autorizzava sogni di gloria per il Mondiale di Messico 1986. A completare la rosa fu chiamato un quasi esordiente - la prima presenza in carriera era arrivata in amichevole a febbraio - reduce da una brillante stagione in Belgio al Bruges.
Con 21 gol in campionato, Jean-Pierre Papin si era distinto come il miglior marcatore straniero di quella edizione del campionato belga, dove era approdato dopo i 15 gol segnati con il Valenciennes nella seconda divisione francese. Nonostante la sua ridottissima esperienza in nazionale, Michel puntò su di lui per formare, insieme a Dominique Rocheteau, la coppia d'attacco del match d'esordio contro il Canada.
I canadesi, esordienti assoluti in un Mondiale di calcio, diedero filo da torcere ai Campioni d'Europa in carica (sfiorando più volte il gol nel corso del primo tempo), che riuscirono a sbloccare il match soltanto a 11 minuti dal termine. A segnare, per la prima volta in nazionale (alla seconda presenza) fu proprio Papin.
Il nativo di Boulogne-sur-Mer fu il più lesto di tutti a raccogliere la sponda del subentrato Stopyra, battendo con un tocco nell'area piccola un Dolan sin lì inappuntabile. Il gol rinforzò la posizione di Papin nelle gerarchie transalpine, con l'attaccante del Bruges che fu titolare anche nelle successive due partite: il pareggio con l'URSS e il successo con l'Ungheria.
Papin non fu poi impiegato nelle tre sfide a eliminazione diretta (Italia agli Ottavi, Brasile ai Quarti e Germania Ovest in Semifinale), ritrovando il campo - e il gol - soltanto nella vittoriosa Finale per il 3° posto contro il Belgio. Ci vorranno sei anni, da quel pomeriggio messicano, per vedere Papin con la maglia del Milan. Sei anni, curiosamente, dovranno passare anche per rivedere la Francia nella fase finale di un torneo internazionale: l'Europeo 1992, preludio lontano nel tempo di quel biennio 1998-2000 decisamente più redditizio per i transalpini.
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