La vittoria della Copa America nell'estate 2021 ha spezzato, per l'Argentina, un lungo digiuno di vittorie a livello internazionale. Un periodo che - escludendo le medaglie d'oro olimpiche nel 2004 e nel 2008 - durava sin dal 1993, dalla Copa America vinta in Ecuador contro il Messico. In quell'intermezzo di 28 anni, una larga serie di finali perse (quattro a livello continentale più il Mondiale 2014) e tante delusioni cocenti.
Come il Mondiale 2002, chiuso con una storica eliminazione al primo turno (l'ultima uscita così anticipata era giunta nel 1962) e il pareggio pieno di rimpianti contro la Svezia. Quella sera a Rifu, in Giappone, a segno per l'Albiceleste andò - a due minuti dalla fine - Hernán Crespo. Un grande protagonista del nostro calcio, come testimoniato dai 153 gol segnati in Serie A con le maglie di Parma, Lazio, Inter, Milan e Genoa. Un attaccante, tra l'altro, abbastanza avvezzo a segnare gol importanti.
Tante, infatti, le reti realizzate in campo internazionale sia con i Club (51 gol in carriera nelle competizioni continentali, di cui 28 in Champions League) che con la nazionale, di cui è il quarto marcatore nella storia (dietro Messi, Batistuta e Aguero, davanti a Maradona). In anni di passaggio di consegne tra generazioni, il nativo di Florida era una delle poche costanti per una squadra che dopo la delusione in Giappone aveva raccolto altre due finali in Copa America e Confederations Cup. Il 10 giugno ad Amburgo si apriva, per la squadra di Pekerman, il cammino di un vero e proprio "Gruppo della Morte".
Costa d'Avorio, Olanda, Serbia e Montenegro. Avversarie di rango, a partire dagli africani al loro storico esordio iridato. Un match marchiato da Crespo, che dopo aver segnato l'ultimo gol argentino in Giappone realizza il primo in Germania con un colpo in acrobazia a risolvere una mischia generata da una punizione di Maxi Rodríguez. Il gol del numero 9 argentino - seguito poi dal raddoppio di Saviola, con Drogba che ha poi realizzato la rete della bandiera per gli ivoriani - arrivava dopo un cammino da protagonista nelle qualificazioni CONMEBOL.
Nel percorso eliminatorio, infatti, Crespo era stato con 7 gol il secondo miglior marcatore, dietro al solo Ronaldo. Reti che avevano segnato le pause nazionali di annate particolarmente intense dal punto di vista professionale, con tre maglie diverse vestite - Inter, Chelsea e Milan (18 gol in 40 partite tra tutte le competizioni nel 2004/05) - e vittorie più sfiorate che festeggiate in tutte le occasioni. Per essere uno degli attaccanti più prolifici della sua generazione, infatti, il palmarès di Crespo è meno ricco di quanto ci si potrebbe attendere.
L'ottimo inizio di Mondiale dell'Albiceleste - al successo sulla Costa d'Avorio seguì il 6-0 contro la Serbia, con Crespo nuovamente a segno e lo 0-0 con l'Olanda - aveva fatto immaginare un mese in grado di invertire la storia. Sensazioni rinforzate anche dopo l'Ottavo di finale a Lipsia con il Messico, quando Hernán pareggiò la rete in apertura di Rafa Márquez prima del gol decisivo ai supplementari di Maxi Rodríguez. A fermare la strada dell'Argentina fu, come accaduto sovente nella storia dei Mondiali, la Germania: nell'Olympiastadion di Berlino che avrebbe ospitato anche la Finale, infatti, la squadra di Pekerman perse 4-2 ai rigori dopo l'1-1 del 120', con il gol argentino segnato da un altro ex rossonero come Roberto Ayala.
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