È arrivato da poco ma ha già lasciato il segno, inserendosi al meglio nel gruppo e realizzando il primo gol in rossonero alla sua prima amichevole giocata a Nizza. Quello di Olivier Giroud è stato un acquisto convinto e importante, ora per l'attaccante francese è il giorno della presentazione ufficiale a Milanello. Le sue parole sono state trasmesse in diretta su AC Milan Official App, YouTube e Milan TV.
IL MILAN NEL DESTINO
"Sognavo di giocare in Premier League, ho vinto molti trofei, ma era il momento giusto per salutare il Chelsea, dove si era conclusa la mia avventura, per scoprire un altro campionato e un altro paese. Penso che il Milan fosse l'opportunità migliore che potesse capitarmi, sono stato accolto benissimo da tutti. Credo nel destino e nel fatto che lo fosse l'arrivare a giocare in questo club. Quando ero un ragazzino guardavo come modelli ai giocatori dell'Arsenal, per i tanti francesi, e del Milan. Penso sia una benedizione quella di indossare la maglia di questo club, dove hanno giocato fenomeni come Papin e Shevchenko, un amico con cui ho parlato spesso del mio futuro. Da piccolo guardavo giocare van Basten, una delle tante leggende di questo club. La prima volta che ho parlato su FaceTime con Paolo Maldini ho sentito l'importanza del momento, come un sogno che stava diventando realtà".
QUI PER VINCERE
"Sono qui per lasciare il segno, come in ogni club in cui ho giocato, per far sì che ci si possa ricordare di me. Voglio vincere dei trofei con il Milan, sono qui per questo. Ho degli obiettivi in testa, ma non li rivelo anche per non creare ulteriori pressioni. Sono arrivato per dare il massimo. Il Milan è uno dei club più importanti in Europa, che sta cercando di risalire ai vertici del calcio europeo. Credo molto in questo progetto, e penso che abbiamo le qualità per fare bene in Champions League: porterò la mia esperienza per aiutare la squadra e i tanti giocatori giovani che ci sono qui. Sono molto contento di avere questa possibilità".
COSA PORTA GIROUD
"La concentrazione mentale è fondamentale in tutti gli sport, anche nel calcio. Vorrei dare il mio contributo, aiutare anche i giovani di questa squadra a crescere ed esprimere il loro potenziale. Vorrei essere per loro una sorta di fratello maggiore, è qualcosa che ho fatto anche all'Arsenal e al Chelsea. 'No pain no gain' è la mia filosofia, se non si soffre non ci si può mettere in gioco. Le persone si ricordano di te come un grande calciatore ma soprattutto come una bella persona. Per questo voglio portare grande professionalità nella squadra. Darò il massimo e cercherò di ottenere il massimo dai miei compagni, come fa Ibra: lui è molto esigente con se stesso e con i compagni. Penso sia lo spirito giusto nello sport e nella vita, è qualcosa che proverò a portare in questa squadra".
ZLATAN E OLIVIER
"È un grande onore quello di potere giocare al fianco di un calciatore come lui, ma è una decisione che spetta all'allenatore: starà a lui decidere. Io sono qui per portare la mia esperienza e le mie qualità. Penso che potremmo essere complementari, non è difficile capirsi con un giocatore come lui. È un argomento che immagino interessi tanti, io sono pronto ad adattarmi alle situazioni. Zlatan gioca molto come playmaker, sviluppando il gioco, ma la questione non riguarda Ibrahimović e Giroud: sono molto contento dei miei compagni e ci sono tanti ottimi giocatori in questa squadra. La decisione spetterà comunque a Mister Pioli, sento che entrambi porteremo tanto alla squadra".
IL RUOLO NELLA SQUADRA
"Non mi sento un'alternativa, sarà il Mister a decidere chi giocherà. Sono qui con umiltà, voglio giocare il maggior numero possibile di partite: la dirigenza crede in me e nelle mie qualità, mi ha portato qui perché pensa che io possa aiutare la squadra".
IL NUMERO NOVE
"Non sono superstizioso, per nulla: penso che giocare bene o male non dipenda dal numero sulle spalle. Credo di potere reggere le pressioni che derivano da un numero come il 9, indossato in questo club da campioni come Inzaghi, van Basten o Papin. È un onore, una responsabilità che sento, e darò il massimo per rendere orgogliosi i tifosi".
AFFRONTARE LE CRITICHE
"Incontri sempre dei detrattori, non penso esista un atleta che riceva il 100% di sostegno da parte di tutti. È un qualcosa con cui si ha a che fare ogni giorno, io mi affido alla mia forza mentale per cercare di trasformare le critiche in energia. È vero, ho spesso sentito dire che sono sottovalutato, ma non ho bisogno di leggere i giornali o guardare i social per sapere se ho giocato bene. Per farlo ascolto le persone vicine a me: il mio obiettivo è quello di fare bene al Milan e rendere felici i tifosi".
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