I rossoneri la prima volta erano stati derubati: dopo aver vinto 4-2 nel 1963 a San Siro contro il Santos di Pelé, erano in vantaggio 2-0 alla fine del primo tempo anche al ritorno nella Finale di Coppa Intercontinentale. Ma con l’arbitro argentino Brozzi, poi radiato proprio per via di quelle direzioni di gara, molto ben disposto nei confronti degli avversari dei rossoneri, il Santos rimontò sul 4-2 e vinse lo spareggio 1-0 su calcio di rigore. Il Milan sentiva di aver subìto una profonda ingiustizia e non vedeva l’ora di prendersi la rivincita.
L’occasione arriva nell’ottobre del 1969: avversario l’Estudiantes. Nell’andata di San Siro, i rossoneri vincono 3-0 ma gli argentini sono già molto fallosi, tanto che la dirigenza milanista chiede un confronto con il vicepresidente dell’Estudiantes già negli spogliatoi di San Siro a fine gara: “Tranquilli, venite tranquilli” la risposta. A Buenos Aires, invece, è l’inferno. Lancio di ogni tipo di oggetti contro i giocatori rossoneri, pugni e calci in campo, l’arresto per renitenza alla leva di Nestor Combin, il timore in Italia che Prati fosse morto. Ma la squadra rossonera, orgogliosa e dura a morire, tiene duro e vince. Se non torna Combin in aereo non torniamo a casa: è il ruggito dei Campioni del Mondo. Che tornano a casa sotto choc, ma con la Coppa Intercontinentale in bacheca.